7 - Xuya Universe

Si accennava qualche giorno fa ad una serie di racconti di un'autrice che era stata invitata alla convention 'Strani Mondi' (Milano 2015), Aliette de Bodard, e veniva fatto notare quante poche erano state le traduzioni della serie denominata 'Xuya Universe'. Prima della data della Convention Milanese erano già stati pubblicati venti racconti (Gennaio 2015) e solamente cinque tradotti: ad oggi (2021) i racconti pubblicati sono trenta ma il totale delle traduzioni e pubblicazioni sono diìventate solamente otto.

Dobbiamo ringraziare la casa editrice Delos per l'onere che si era assunto per farla partecipare come ospite d'onore alla 'Strani Mondi'. L'intervista alla scrittrice veniva pubblicata nella rivista Robot n. 76 del 2015, penso di fare cosa gradita agli appassionati nel riproporla qui.

Intervista a Aliette De Bodard apparsa su Robot n. 76

Storie cancellate e storie da raccontare.

di Aliette de Bodard

Discorso tenuto a Strani Mondi, Milano, 10 ottobre 2015

Grazie a tutti per avermi invitato qui a Milano (e wow! per essere venuti così numerosi). Oggi voglio parlare di storia e dell'importanza della storia nella Science Fiction e nella Fantasy.

Disclaimer standard: non sono una storica. Qui non parlerò della disciplina accademica, ma di storia nel senso di passato, e racconto del passato.


La prima parte potrebbe sembrare un po' contro-intuitiva: tradizionalmente la SF è un genere che guarda verso il futuro e la storia, per definizione, si guarda all'indietro, anche di parecchio tempo. Ma in realtà la storia è qualcosa di veramente importante nei generi letterari.

Per prima cosa, la storia è una forma di ispirazione. Tanta SF&F è un nuovo racconto di eventi storici; un caso ovvio è Guy Gavriel Kay: The Sarantine Mosaic (1998-2000) è un nuovo racconto della rivolta di Nika durante il regno di Giustiniano I, tanto che, conoscendo la storia, si può indovinare cosa sta per succedere. The Grass King's Concubine di Kari Sperring (2012) trae ispirazione dalla brutalità della Rivoluzione Industriale, messa a contrasto con un regno leggendario che è più sganciato dal tempo, ma che punta verso miti più antichi. Ma questo non vale soltanto per la fantasy: alcuni dei racconti di Yoon Ha Lee si basano sulla storia coreana; l'Impero Raadch di Ann Leckie (come molti imperi intergalattici) si ispira all'Impero Romano (per esempio, il rapporto tra patrono e cliente). Per chi scrive la storia è una fonte di dettagli, eventi, ecc.: da qualche parte, in qualche tempo, quasi tutti gli scenari immaginabili sono già stati allestiti. Ma la storia è anche una forza potente per le trame. Si veda la psicostoria di Isaac Asimov, che vuole plasmare la storia umana (ed è in ultima analisi destinata al fallimento, perché sono i failure modes, i possibili punti di crisi della scienza, che interessano Asimov: il Mulo è quell'unico fattore imprevedibile che assesta un serio colpo all'opera di Hari Seldon). In modo più ovvio, la storia è la forza trainante di molta fantasy, in cui spesso la chiave della trama è una comprensione della storia/mito. Per esempio, la trilogia di Mistborn di Brandon Sanderson (2006-08): i frammenti storici si rivelano cruciali per sconfiggere il Lord Reggente alla fine del primo libro. La storia diventa una ricerca della verità per dissipare veli di mistificazione, talvolta semplici risultati del passare del tempo, talvolta atti intenzionali: l'origine dell'eponimo Gioco dei Cinque in Court of Fives di Kate Elliott (2015), cruciale per orientarsi nei sotterranei della città, è stata deliberatamente messa nell'ombra dai governanti del paese. Il mito e la storia assumono un significato letterale e pressante: possono ucciderti se non li capisci in tempo.

La conoscenza del passato è anche una fonte di potere, in particolare nelle narrazioni post-apocalittiche, dal Canticle for Leibowitz di Walter M. Miller, Jr. (1959) a Steerswoman di Rosemary Kirstein (1989) a Lord of Light di Roger Zelazny (1967). Nella Science Fictiton spesso (ovviamente) è la storia della scienza (una scienza primordiale) e il recupero di ciò che è stato perduto a permettere il sorgere di una nuova società basata sulla tecnologia.

Ho appena usato parole come "verità" e "potere", che sono concetti problematici. Verità e potere sollevano la questione di quanto ci si possa fidare della storia - quanta parte sia verità, quanta parte sia stata scritta da chi detiene il potere. In molte culture esistono detti per cui la storia viene scritta dai vincitori e, tristemente, si tratta della verità. Chi perde le guerre, sotto il dominio di un'egemonia, non ha la possibilità di scrivere la propria storia (al momento sto facendo ricerche sulla storia del Vietnam coloniale e alcuni dei libri di storia scritti dai francesi, perfino oggi, sono... fuori dal mondo, in un modo che toglie il respiro, nella rappresentazione di un impero benevolo, di cui dovremmo rimpiangere la perdita. Certo. Come no). La storia è ciò che viene tramandato, ciò che viene raccontato. È un atto di storytelling: la storia di come siamo arrivati a un certo punto, chi erano i nostri antenati, come hanno preso forma i nostri rapporti con altri popoli, altre nazioni. E, su scala più piccola, tutti abbiamo una storia e dei miti di famiglia. C'è una cosa nei racconti: sono scelte su quali eventi presentare e come legarli in una narrazione. Come tutti i racconti, la storia riguarda delle cancellazioni. Coloro di cui non si racconta la storia, coloro che si perdono per strada.

Tutto questo è visibile in tanti ambiti e uno di quelli che mi ha colpito di recente è la storia dei generi letterari. Mentre scrivevo la prima parte di questo discorso, come esempi mi venivano in mente libri che erano tutti scritti da uomini. E l'ho visto succedere tante volte online: quando si chiede quali libri ricorda, la gente cita uomini (spesso bianchi). Chiedete a qualcuno di fare un elenco, e quasi certamente ci sarà il 90% di uomini (e una donna-pretesto, generalmente Ursula K. Le Guin). Leggete la storia del genere: quasi tutte le persone citate come influenti e originali sono uomini (ieri leggevo una storia della fantasy, molto deprimente, che al 90% citava uomini e raggruppava tutte le donne sotto la categoria "le donne nel genere"). Le donne e le persone di colore non vengono ricordate, non riescono a entrare nel canone... eppure ci siamo da sempre!

Ovviamente nei miei lavori tutti questi aspetti sono importanti. Per prima cosa, la storia è un'ispirazione personale: la trilogia Obsidian and Blood (storia degli aztechi/mexica; che succederebbe se la magia fosse reale?), la serie Xuya (storia alternativa in cui l'impero vietnamita è ancora esistente, basata su molteplici fonti mitologiche e storiche vietnamite), The House of Shattered Wings (storia di Parigi nel XIX secolo, in cui la magia trae energia da angeli "caduti" e c'è un prospero traffico di parti del corpo degli angeli. Sì, un po' di macabro non ha mai fatto male a nessuno).

Inoltre la storia mi affascina come creazione di miti, le verità/menzogne che raccontiamo a noi stessi: The Weight of a Blessing (2013) e Memorials (2014) contengono diverse storie su una guerra, con persone/generazioni diverse che hanno compreso in modo diverso il significato della guerra. È una guerra tra due parti e mezza: le due parti che si sono effettivamente combattute, e la metà che le ha sostenute con delle truppe - e ciascuna ha un'idea diversa su cosa significasse la guerra, sul fatto di averla vinta o meno, su quale prezzo sia stato pagato. La gente che non ne è stata travolta la vede come una tragedia a causa delle vite sprecate. La gente che l'ha persa la vede come una tragedia, ma di una sfumatura diversa, a causa dell'emigrazione, dello sradicamento di massa e delle perdite (e non avevo spazio per la terza parte!).

Di recente, però, il mio interesse sono state soprattutto le cancellazioni.

Il mio romanzo The House of Shattered Wings (2015) è ambientato in una Parigi post-apocalittica; è la mia lettera d'amore alla città, ai romanzi ottocenteschi che amavo leggere da bambina. Fonde le pugnalate alle spalle della politica del beau monde nel Conte di Montecristo di Alexandre Dumas (la sottile patina di civiltà che nasconde un elemento primordiale, tagliagole come i banditi che tanto condanniamo) con la straziante povertà e l'ossessiva ricerca di redenzione che si trova nei Miserabili di Victor Hugo.

Contiene molti riferimenti alla storia di Parigi: è in gran parte ambientato nella Ile de la Cité, il cuore storico di Parigi, ci sono giardini, fiumi e buon cibo - e gente che lotta per sopravvivere fra le rovine di una guerra magica che ha fatto a pezzi la città. Una location importante è Notre-Dame. La società è una versione distorta del a Bel e Époque, con abiti da sera, frac e balli elaborati, cene e ricevimenti nei salons; l'ossessione per le apparenze e la disponibilità dell'ultima moda (in questo caso incantesimi, cibo e sicurezza, trattandosi di una società post apocalittica!). Ho letto romanzi del XIX secolo; libri di storia; libri di galateo (mi ci volle tutto un pomeriggio di ricerche per una scena particolare che richiedeva l'analisi dettagliata del mettersi e togliersi i guanti. L'etichetta dei guanti è orribilmente complicata!)

Ma il libro parla anche di storie che non vengono raccontate.

Sono cresciuta in una famiglia multiculturale - ascoltando lingue diverse, dal francese all'inglese al vietnamita, come figlia di due culture. Mentre crescevo, gradualmente mi rendevo conto di essere un'Altra (casualmente, proprio come Dumas era un Altro). Esotica. Non carina in modo convenzionale - troppo piccola, troppo esile, troppo strana (anche se, onestamente, essere una nerd probabilmente non aiutava...). La gente come me - come la mia famiglia materna - non sembra mai trovare un gran posto in quelle storie, al di là degli stereotipi del periodo (in Montecristo l'Esotica Principessa/Schiava Haydée, lo Schiavo Ali, ...)

Durante le ricerche per il libro, lessi dei lavoratori coloniali a contratto [indentured] durante le Guerre Mondiali, soprattutto dei vietnamiti. Durante la I Guerra Mondiale furono spediti al fronte per combattere i tedeschi e poi rispediti indietro, perché naturalmente ai lavoratori coloniali non si poteva permettere di restare in Francia. A ciascuno il suo posto - e il loro era lontano, in una terra diversa, dove poter essere civilizzati. Durante la II Guerra Mondiale, migliaia di vietnamiti furono "reclutati" (in realtà arruolati a forza) per partecipare allo sforzo bellico e produrre munizioni. Dopo la fine della Guerra - perché il paese era in rovina, perché a nessuno importava niente di un mucchio di vietnamiti - restarono nei loro campi, i loro servizi venduti come lavoratori a debito. Costruirono ponti e automobili, raccolsero prodotti agricoli, crearono risaie nelle paludi. Fu sette anni dopo la fine della II Guerra Mondiale che l'ultimo fu spedito a casa: Erano stati in Francia per tredici anni. Tutta una vita.

E mi chiedevo come fosse essere uno di quegli uomini. Provare una rabbia bruciante, disperare sempre più di tornare un giorno a casa, chiederti se il tuo paese sarebbe esistito ancora se mai fossi tornato, perché la guerra aveva interrotto ogni comunicazione e nessuno sapeva con certezza cosa succedesse in Asia. Sentire, in modo tagliente, di essere un outsider - sia per la tua cultura, sia perché non sei francese, e il fatto di non essere francese ce l'hai scritto in faccia.

Queste sono le persone di cui non parliamo. Queste sono le persone sopravvissute negli interstizi e nei posti nascosti, lontano dai centri del potere. Alcuni di quegli uomini tornarono a casa (dritti in un'altra guerra di indipendenza e nel caotico, incasinato percorso del Vietnam che diventava una nazione). Alcuni si sposarono e restarono in Francia, nonostante non fossero i benvenuti. Volevo scrivere la loro storia. O comunque una parte della loro storia (è sempre difficile rendere giustizia a un argomento tanto complesso e lungo in un libro solo!)

Per questo, in The House of Shattered Wings, uno dei personaggi principali è vietnamita. Non solo: un vietnamita ex-immortale, un essere mitico strappato via dalla sua terra che cerca di sopravvivere in una crescente solitudine. Per questo, a metà del libro, scoprite che esistono altri esseri mitici, che provengono da luoghi che non sono la mitologia cristiana e francese - e che sono sempre esistiti. Che hanno costruito posti tutti per sé, i loro imperfetti rifugi, negli spazi che nessuno vuole.

E, similarmente, come accennavo prima, esistono tanti Imperi Galattici basati sull'Impero Romano, ma pochi sul modello confuciano cinese/vietnamita (e quei pochi spesso rinforzano i ritratti negativi di un impero ossificato, esoticamente crudele, un'immagine che non ha niente a che fare con le storie che leggevo da bambina). In altre parole, una Cina/Vietnam resa "Altra".

(Una storia vera: quando ero giovane e leggevo molti libri, alcuni erano ambientati in Cina o in Vietnam. Avevano tutti questa patina, non molto ben fatta, di racconto visto dall'esterno [outsider narrative], bellezze esotiche dal fascino bizzarro, punizioni crudeli e barbare per il minimo delitto, magiche arti marziali e mistiche sapienze. Pensavo fossero ambientati in Cina Finta, perché le cose che descrivevano erano così completamente in contraddizione con quel e a cui ero abituata che doveva trattarsi di una terra di finzione. Adesso, ripensandoci, non sono sicura se dover ridere o piangere).

Così ho scritto Xuya. È il mio tentativo di creare un Impero Galattico del remoto futuro su una base diversa, in cui le culture confuciane sono in effetti dominanti. Dove la letteratura è importante, chi studia viene apprezzato e la famiglia ti guarda sempre le spalle. E dove le IA e le navi sono parte della famiglia, anziché entità isolate o di proprietà dell'esercito o di mercanti privati.

Qualcuno ha commentato che non è un posto in cui sceglierebbe di vivere, perché trova l'atmosfera soffocante. Per me non lo è particolarmente - il dovere filiale e la famiglia sono importanti e possono superare ogni desiderio individuale - ma naturalmente nella SF non è la rappresentazione dominante. La SF si basa sull'ethos coloniale americano e sulla Conquista del West: rudi pionieri che si mettono in cammino da soli, democrazia, capitalismo (l'unica possibile società del futuro). La SF è un posto in cui le famiglie sono una costrizione piuttosto che una fonte di conforto - conquistare l'indipendenza è l'unico possibile modo per andare avanti, la rappresentazione che siamo chiamati ad applaudire e ammirare.

Dissento. Non dico che sia priva di valore. Ma non è l'unica. Non è quella con cui sono cresciuta. Non sono le cose che contano per me. Non sono le cose di cui voglio scrivere. E poi la storia ha dimostrato che esistono tanti tipi di società, da quelle che rispettano soltanto la forza e i guerrieri, a quelle in cui il sapere e l'erudizione sono importanti e il guerriero è un secondo violino. E credo sia importante riconoscere questa diversità.

È importante che la storia riguardi una molteplicità di persone, storie e culture, e che questo valga anche per la SF&F.

Grazie per avermi ascoltato.

Xuya Universe


Foto della stampa originale dell'artista Maurizio Manzieri. Appesa su parete di casa. Dalla cover del racconto n. 21 'The Citadel of Weeping Pearls'.

  1. The Lost Xuyan Bride (2007)
  2. Butterfly, Falling at Dawn (2008)
  3. Fleeing Tezcatlipoca (2010)
  4. The Jaguar House, in Shadow (2010) = 1. La casa del giaguaro, nell'ombra
  5. The Shipmaker (2010)  = 2. La creatrice di astronavi
  6. Shipbirth (2011)
  7. Scattered Along the River of Heaven (2012) = 3. Lungo il fiume del cielo
  8. Immersion (2012) [SF] = 4. Immersione
  9. Ship's Brother (2012) = 5. Fratello della nave
  10. Two Sisters in Exile (2012)
  11. Starsong (2012)
  12. On a Red Station, Drifting (2012) = 6. Stazione rossa
  13. The Weight of a Blessing (2013)
  14. The Waiting Stars (2013) = 7. Le stelle che ci aspettano
  15. Memorials (2014)
  16. The Breath of War (2014)
  17. The Days of the War, as Red as Blood, as Dark as Bile (2014)
  18. The Frost on Jade Buds (2014)
  19. A Slow Unfurling of Truth (2014)
  20. Three Cups of Grief, by Starlight (2015)
  21. The Citadel of Weeping Pearls (2015)
  22. In Blue Lily's Wake (2015)
  23. A Salvaging of Ghosts (2016) = 8. Recuperare gli spettri
  24. Crossing the Midday Gate (2016)
  25. A Hundred and Seventy Storms (2016)
  26. Pearl (2016) [SF]
  27. The Dragon That Flew Out of the Sun (2017)
  28. The Tea Master and the Detective (2018)
  29. Rescue Party (2019)
  30. Seven of Infinities (2020)

1 - The Lost Xuyan Bride

Prima pubblicazione su Interzone, #213 December 2007 - Editors: Andy Cox, Andrew Hedgecock, David Mathew, Jetse de Vries, Liz Williams - Price: £3.75 - Pages: 68+[4] - Pagine del racconto: 10.

"They say you are the one to see if I want to track down a missing person," the woman said, pulling to her the only chair in my office. She wore silk, embroidered with a qi'lin unicorn-a rank reserved to the highest businessmen of Fenliu.

I saw her long, lacquered nails and the impeccable yellow of her skin, the way she moved, sinuous and yet in perfect control-and I came to a conclusion. "I don't take clients from your background," I said.

"Indeed?" she asked, raising an eyebrow. "Too much trouble, Mr. Brooks?" She'd switched from Xuyan to English on the last sentence. She was good. Likely she also spoke Nahuatl, the language of Greater Mexica. A true businesswoman, who would be at ease anywhere in North America.

"Yes," I said. "How odd that it's the richest that cause the most difficulties."

"I assure you I have no intention of causing difficulties," the woman said. "I will be straightforward."

Questo l'inizio della saga, non poteva iniziare meglio!

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